Pérez Reverte en la Feria del Libro de Buenos Aires: en todas las guerras he visto a Héctor besar a Andrómaca
Pérez Reverte alla Fiera del Libro di Buenos Aires: ho
visto Ettore baciare Andromaca in tutte le guerre
Arturo Pérez Reverte è
stato uno degli ospiti internazionali più apprezzati e più applauditidella Fiera del Libro di Buenos Aires, arrivata oggi alla sua
ultima giornata. Ad ascoltarlo, nell'incontro con il giornalista
Fernández-Díaz, per presentare in Argentina il suo ultimo libro,El tango de la guardia vieja, che
proprio a Buenos Aires ha una delle città principali della storia, c'erano un
migliaio di persone. "E' stato l'atto con maggiore partecipazione della
Feria" commenta a El Pais la direttrice della Feria,
Gabriela Adamo "E' venuta più gente persino che per l'inaugurazione,
quando c'è stata la lezione magistrale di John Maxwell Coetzee. Era una bella
notte ed era molto gradevole ascoltare questo accento spagnolo dagli
altoparlanti".
Pèrez Reverte si è
rifiutato di commentare la situazione politica spagnola, perché preferisce
essere ferocemente critico in patria e lasciar stare quando è all'estero, e non
ha voluto commentare la situazione politica argentina, perché non gli piace
criticare i mobili quando è invitato in case altrui.
Si è parlato perciò di
libri e di ricordi, soprattutto. Ed El Pais fa un riassunto, che
aiuta ad avere un'idea dell'incontro, e riporta concetti e pensieri di Pérez
Riverte, che rinnovano ogni volta il piacere di leggerlo.
Così lo scrittore spagnolo
svela di avere in mente ancora due racconti per la saga di Alatriste e almeno
un'altra dozzina di storie, ma ha 61 anni e "calcola che potrà scrivere un
romanzo ogni due anni. La morte arriverà, presto o tardi, poco a poco si
perderà la lucidità ed è necessario scegliere tra Alatriste e le altre
storie" spiega Francisco Peregil, autore dell'articolo di El Pais.
Perché, è uno dei concetti cari a don Arturo, "nella vita
bisogna sempre fare scelte". E come dargli torto.
Si parla del nuovo libro e
Pérez Reverte spiega l'importanza del tango, non solo come danza: "Sono
stato a Buenos Aires vent'anni fa e una notte sono sceso a bere al bar del mio
hotel. E c'era una coppia di giovani ballerini professionisti. Al terminare,
hanno preso una coppia del pubblico, per ballare. Lui ha preso una donna di una
sessantina d'anni, di una bellezza serena, molto elegante… mi sono innamorato
di lei. Il tanguero, che era un ragazzo in gamba, ha visto che era
molto brava e ha lasciato che brillasse. Mi sono reso conto che nel tango
sembra che sia l'uomo a guidare, ma è la donna che tesse intorno a lui una
ragnatela molto interessante. E dopo sono andato altre volte nelle milongas,
non per turisti. E mi sono dedicato a guardare, guardare, guardare… E dopo c'è
mio padre. Aveva un bell'aspetto e ballava molto bene. E gli piaceva molto il
tango".
La conversazione si sposta
sulle donne e lo scrittore spiega che nei suoi libri c'è grande spazio per le
donne, perché sono l'unico eroe in grado di offrire storie nuove ai narratori:
"Adesso la donna inizia a essere cose che non è mai stata, ma non ha
smesso di essere cose che è sempre stata. Come rendere compatibili l'istinto, i
costumi, quello che esigono da te come madre, moglie e amante… con quello che
ti esige la società come lavoratrice e lottatrice? Nessuno ha ancora scritto
niente sulla donna del XXI secolo".
Si ricordano gli anni di
inviato di guerra, che hanno duramente segnato l'immaginazione, l'estetica e le
idiosincrasie disincantate di Arturo Pérez Reverte. E lui riesce a farne
poesia: "Ho imparato che ci siamo dimenticati che la vita non è stare qui,
a conversare civilmente. La vita è mangiare, coprirsi, non avere freddo,
mettere incinta la femmina o essere messa incinta dal maschio, avere
cuccioli... Questo implica crudeltà. Io ho visto Andromaca salutare Ettore, con
il bambino in braccio. E ho visto il bambino piangere perché Ettore lo baciava
con il casco posto. E, soprattutto, ho guardato. Ho osservato che quando
l'universo, che è molto figlio di buona donna, ti applica le sue crudeli regole
senza pietà, l'unico modo di affrontarlo è il coraggio, la serenità. Tutta la
mia vita e il mio lavoro consistono nel cercare che il mio ultimo tempo sia
sereno".
Si rimane ancora a Troia,
con un'immagine che torna spesso nelle conversazioni-interviste dello scrittore
spagnolo: "Credo che nessun essere umano sia completo fino a quando non
avrà una Troia che arde alle sue spalle, fino a quando lui stesso non è stato
parte della trama crudele che è la vita. Siamo crudeli, egoisti, violenti,
senza solidarietà… Ma se sopravvivi a Troia, puoi trovare una mezza dozzina di
parole, che ti fanno rispettare gli esseri umani".
E non so, ma mi viene da
sperare che tra i romanzi che Arturo Pérez Reverte ha ancora in serbo per noi
che amiamo la sua letteratura, ci sia anche, a questo punto, un Infandum,
regina, iubes renovare dolorem, di un Enea stanco e una Didone pronta
ancora ad ascoltarlo (ma saranno davvero cambiati i rapporti e gli equilibri
d'affetto uomo-donna, da quella volta, a Cartagine, con Troia alle spalle?)
Pubblicato da rottasudovest a 12:56
Pérez Reverte en la
Feria del Libro de Buenos Aires: en todas las guerras he visto a Héctor besar a
Andrómaca
Arturo Pérez-Reverte
ha sido uno de los invitados internacionales más apreciados y aplaudidos de la
Feria del Libro de Buenos Aires, que hoy cierra sus puertas. Mil personas se
reunieron para escuchar su encuentro con el periodista Fernandez-Diaz con
motivo de la presentación en Argentina de su último libro El tango de la
Guardia Vieja, una de cuyos escenarios principales es justamente Buenos Aires.
Es el acto de la Feria
con mayor participación, comenta a El País, la directora de la Feria Gabriela
Adamo. Ha venido más gente que a la inauguración incluso, cuando nos visitó J.M. Coetzee. Hizo una noche muy linda y era
muy agradable escuchar ese acento español por los altavoces, añadió Adamo.
Pérez-Reverte
rechazó comentar sobre la situación política en España porque prefiere ser
ferozmente crítico cuando está en España y dejarlo estar en el extranjero y no
ha querido comentar la situación argentina porque no le gusta criticar los
muebles cuando a uno se le ha invitado a una casa.
Por tanto se
ha hablado de libros y de recuerdos sobretodo. El País hace un resumen que
ayuda a hacerse una idea de este encuentro y recupera conceptos y pensamientos
de Pérez-Reverte que renuevan una vez tras otra el placer de leerlo. Así el
escritor español desvela que tiene en mente dos nuevos textos para la saga de
Alatriste y al menos otra docena de historias, pero tiene 61 años y calcula que
podrá escribir una novela cada dos años. La muerte llegará, tarde o temprano,
se perderá la lucidez poco a poco y será necesario elegir entre Alatriste y las
demás historias, explica Francisco Peregil, autor del artículo de El País.
Porque, uno de los conceptos más amados por Arturo, en la vida se han de hacer
siempre elecciones, y cómo culparlo.
En
conversación sobre la novela, Pérez-Reverte explica la importancia del tango no
solo como danza: “estuve en Buenos Aires hace 20 años y una noche bajé a beber
al bar de mi hotel. Había una copia de bailarines profesionales jóvenes. Al
terminar, cogieron a una pareja del público para bailar. Él cogió a una mujer de unos 60 años, de una belleza
serena y elegante. Me enamoré de ella. El tanguero, que era un chaval, vio que
ella era buena, y la dejó brillar. Me di cuenta que en el tango parece que es
el hombre quien guía, pero en realidad es la mujer que teje en torno a él una telaraña
muy interesante. Y después he ido a ver otras veces varias milongas, no de las
de turistas. Y me he limitado a observar, observar, observar… Además, está mi
padre. Tenía un aspecto maravilloso y bailaba muy bien. Le gustaba mucho el
tango”.
La conversación
se mueve sobre la mujer y Arturo explica que en sus libros hay mucho espacio
para ellas, porque son el único héroe en condiciones de aportar historias
nuevas a los narradores: “Ahora la mujer comienza a ser lo que nunca antes
había sido, no ha dejado de serlo. Como hacer compatible el instinto, la
costumbre, lo que te exigen como madre, mujer y amante… con lo que te exige la
sociedad como trabajadora y luchadora? Nadie ha escrito aun nada sobre la mujer
del siglo XXI.
Se recuerdan
sus años de enviado de guerra, que han marcado duramente la imaginación, la
estética y la idiosincrasia desencantadas de Arturo. Y él logra hacer poesía.
He aprendido que nos hemos olvidado que nuestra vida no consiste en estar aquí
conversando civilizadamente. Nuestra vida es comer, vestirnos, no tener frío,
quedarse embarazada la mujer, o ser embarazada por el hombre, tener
descendencia. Esto implica crueldad. He visto a Andromaca despedirse de Hector
con el niño en brazos. He visto llorar a ese niño porque Hector lo besaba sin
quitarse el caso. Y sobre todo he observado. He observado que cuando el
universo, que es un hijo de buena madre, te aplica sus crueles normas sin
piedad, el único modo de afrontarlo es con coraje y serenidad. Toda mi vida y
mi trabajo han consistido en intentar que mis últimos momentos sean pacíficos.
Permanece
aún en Troya con una imagen que volverá frecuentemente a lo largo de este
encuentro con el autor: “Creo que ningún ser humano está completo hasta que no
tenga una Troya ardiendo a sus espaldas, hasta que no forme parte él mismo de
la trama cruel de la vida. Somos crueles, egoístas, violentos, sin solidaridad…
Pero si se sobrevive a Troya, se puede encontrar media docena de palabras que
te hacen respetar a los seres humanos”.
No sé , cabe
esperar que una de las novelas que Pérez-Reverte nos tiene destinados a quienes
amamos su literatura, sea en este punto, en infandum
Regina iubes renovare dolorem (Imposible expresar con palabras reina, la
dolorosa historia que me mandas reavivar), de un Eneas cansado y una Dido
preparada para escucharlo (pero habrán cambiado realmente las relaciones y la
balanza de los sentimientos hombre-mujer, desde aquella vez, en Cártago, con
Troya a las espaldas?
Publicado por rottasudovest a las 12:56
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